The girl in the book

GIB

The girl in the book è la nuova prova recitativa della canadese  Emily VanCamp. Algida, misurata, a tratti inespressiva, l’attrice colpisce per la forza del suo sguardo e il fuoco che cova, sopito ma pronto a divampare, nei suoi profondi occhi neri.

La storia (semi autobiografica, si legge nelle note di rilascio), che inquadra la vita di una donna, Alice, il cui passato condiziona, sabotandolo, il suo presente, prende avvio all’interno di una casa editrice in cui Alice lavora.

Il film è prodotto dagli americani e purtroppo non è possibile risparmiarci pennellate da commedia romantica, quel genere di situazioni che, si sa, non accadrebbero mai nella realtà. Ma, lo sappiamo, la scrittura, sia cinematografica che letteraria, ha ben poco a che vedere con la realtà.

Prodotto ben confezionato, the girl in the book comunica un messaggio invece assai reale. La gente non si rende conto di quanto male può fare agli altri, gli adulti non capiscono quanto possono influenzare la vita dei teenager, un uomo non sa quanto male può fare a una donna con un singolo gesto, anche se lei pare essere consenziente, e quando diventiamo adulti dobbiamo affrontare i fantasmi del passato (fantasmi, sì, perché il passato di fatto non esiste, ma che male può fare!) riappropriarci della nostra vita, cercando di non fare le stesse cose agli altri come ho fatto anche io.

Sì, è vero, noi scrittori chi più chi meno siamo tutti così, ci appropriamo della Vita della gente, non riusciamo a isolare la scrittura da quel che ci circonda poiché se così fosse non potremmo essere quelle stesse persone che siamo qui e ora. Quindi coraggio, tocca andare avanti e quantomeno cercare di non farci e di non fare troppo male.

Alda Teodorani

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